E' in visita qui nel deserto per pochi giorni, la signora americana che ci è seduta davanti.
Per rivedere il marito che lavora qui e dal quale sta quindi lontana.
Piuttosto una visita di Stato, da quel che pare dall'atteggiamento leggermente snob e allo stesso tempo accondiscendente, e sono gentile, con cui osserva un po' tutto.
Si interessa, premurosa, di che posizione ricoprano i vari ed eventuali mariti delle altre.
Per quali società lavorino.
Di eventuali proprietà immobiliari nei Paesi d'origine.
Un breve e veloce sguardo basta a fare i conti in tasca, dal prezzo dell'orologio a quello della borsa.
Finito tutto questo studio, si annoia.
Povera.
In palestra non ci viene, non le serve dice.
A fare shopping nemmeno, non le piace il posto (e qui potrei anche darle ragione, ma insomma si può andare in giro solo ingannare il tempo)
Che so, cucinare?
E qui casca l'asino.
We don't cook.
Non cuciniamo.
Mi chiedo chi sia questo "noi", se semplicemente un plurale majestatis, la sua famiglia o che ne so, eventuale tribù di origine o setta di appartenenza.
I can't eat anything.
Dice che non può mangiare niente, e qui mi permetterete la cattiveria gratuita dall'osservare che vista la taglia qualcosa in bocca, magari a sua insaputa, le entra eccome.
Vegan e celiaca, questo il responso.
Sul celiaca mi spiace, se è vero, e per il vegan saranno giustamente affari suoi.
Pare quindi che non cucini perchè non potendo utilizzare molti ingredienti preferisce comprare tutto pronto.
Strano ragionamento, ma tant'è.
Si organizza un tè per salutarla quando riparte, o meglio la festa è per noi che restiamo dato che ce ne liberiamo.
Cerco una ricetta che possa mangiare, ed esce questa.
Pare sia stato un successo, visto che ne ha mangiati quattro.
Dice che posso rifarli nel caso ritorni da queste parti.
Le invio la ricetta, piuttosto.
Ma come, non ricordo che non cucina?
Si, benissimo.
E che purtroppo la cosa non mi tange più di tanto ;)
Dunque, nel caso siate alla ricerca di un biscotto adatto a vegani, celiaci, intolleranti al lattosio e che sia pronto in un baleno l'avete trovato. Ha, ovviamente, sapore di...marzapane.
Lo zucchero in superficie direi che è necessario, ma molto dipende anche dallo sciroppo d'acero che utilizzate.
Sperando che li possiate destinare a qualcuno di più simpatico della signora di cui sopra...
The World's Easiest Cookies
da TheKitchn
per 16 pezzi
230 g di farina di mandorle
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
100 g di sciroppo d'acero (il mio grado B)
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
zucchero a velo, facoltativo
Mescolare la farina di mandorle con il lievito quindi unire lo sciroppo d'acero e la vaniglia. Mescolare prima con un cucchiaio di legno poi con le mani compattando bene.
Dividere il composto di 16 pezzi che andranno rotolati tra i palmi umidi a formare della palline.
Appiattire ogni pallina tra i palmi delle mani e appoggiare il biscotto su una teglia coperta con carta forno (o una teglia antiaderente specifica per biscotti come la mia)
Cuocere in forno preriscaldato a 170 gradi per circa 10 minuti o finchè i bordi risulteranno appena dorati.
Far raffreddare prima di toccare e spolverizzare con zucchero a velo.
NOTE
- più li farete sottili più saranno croccanti, meglio una via di mezzo.
- si conservano bene in una scatola di latta per diversi giorni, anzi diventano più buoni quindi aspettate!